To do (list) or what to do (now)? That is the question!

Ci sono azioni, anche piccolissime, che a volte ci donano momenti di sollievo, rispetto alla massa di impegni con cui ci confrontiamo quotidianamente. Spuntare come “eseguita” un’attività inserita in una to-do list è una di queste, ma anche il semplice fissare l’impegno in tale lista, rappresenta già un primo momento di liberazione, almeno dall’incombenza di doverlo tenere a mente, come ci suggerisce David Allen nel suo libro “Get Things Done”. Se però, oltre a una mente sgombra (almeno dall’impegno di dover ricordarne ogni particolare), vogliamo avere anche la certezza di occuparci di ogni cosa con i risultati attesi, occupando al meglio il nostro tempo, siamo sicuri che basti scrivere una lista di “to do”? In realtà, il passaggio ulteriore, che porta a un livello “champion” chi lo mette in atto, è quello di identificare le priorità e collocare le attività nel giusto spazio temporale dell’agenda, come se fosse un appuntamento concordato con un’altra persona, al quale siamo attenti a non venir meno (d’altra parte, se rispettiamo il tempo altrui, perché non applicare lo stesso rispetto al nostro?).

In questo modo non si perderà ogni volta tempo di fronte alla (probabilmente lunga) lista di cose da fare, per scegliere quella da affrontare prima, ma si avrà un piano d’azione pronto all’uso e una chiara visione delle eventuali efficienze/inefficienze nell’esecuzione delle attività, rispetto a quanto pianificato in agenda.

Questa capacità di monitoraggio, ci darà un’altra preziosa opportunità, che è quella di capire cosa funziona meglio e cosa peggio, per ottimizzare il nostro metodo di lavoro, ma questa è un’altra storia, su cui torneremo in seguito. Nel frattempo, apriamo la nostra to do list mettendoci a fianco l’agenda, e iniziamo a incastrare le varie attività: dopo tutto, Tetris funziona in modo simile, ed è sempre stato un gioco appassionante!

Tornando all’amletico titolo, chissà, forse anche Shakespeare sarebbe stato d’accordo, pur con qualche dubbio (ovvio) e avrebbe saputo, a modo suo, portare qualche spunto di riflessione in merito, magari così:

Cose da fare, o cosa fare, questo è il dilemma:

Se sia più saggio ammassar compiti infiniti,

O, con accorta arte, ordinarli bene,

E, raffinando, porli al giusto tempo.

Segnarli tutti in blocco o sceglierne alcuni,

Mistero che divora le nostre ore fugaci.

Perché in quell’elenco, quali tempeste sorgeranno

Se trascuriamo i momenti a ciascun compito assegnati?

Sosta si impone: occorre senso da donare,

Poiché saggia priorità modella ogni piano.

Così, pianificando con mente acuta, troviamo

La via per onorare ogni dover con grazia,

Perché non ci sommerga l’indistinto ammasso,

Né ci sfugga l’essenza basilar di tempo e spazio.

Mettetelo in agenda e… INCONTRIAMOCI! 🙂

Gabriele Ghinelli