Mucche felici, agenti AI, connessioni e visione sistemica
Qualche giorno fa, durante un evento in un luogo magnifico sopra il Garda (la Malga Pralongo) ho ascoltato la testimonianza dell’amico Placido Massella, che lo gestisce in maniera efficace e illuminata. Ci raccontava della perseveranza con cui aveva coltivato quel sogno, spiegandoci cosa lo avesse spinto a credere nella possibilità di creare allevamenti (questo non è il primo) in ambienti incontaminati, dove vacche di pregio potessero vivere in condizioni ottimali: silenzio, aria pulita, mangime di qualità, ampi spazi per muoversi e brucare liberamente, insieme a una cura attenta e costante.
Secondo Placido, nel suo settore per ottenere i risultati migliori non basta scegliere una razza di valore, nel suo caso l’Angus, ma occorre che l’intero contesto rifletta lo stesso livello di eccellenza. E la soddisfazione che traspariva dalle sue parole (oltre al successo dell’attività) era la conferma più autentica di questo approccio.
Non è la prima volta che lo noto, ma ogni volta diventa per me più chiaro: la visione di un imprenditore lungimirante non si limita mai al “miglior prodotto/servizio possibile”, ma include sempre l’intero sistema che lo rende realizzabile e che garantisce la soddisfazione dei clienti così come quella di tutti coloro che fanno parte del progetto.
La visione sistemica: dai pascoli all’intelligenza artificiale
In un ambito completamente diverso, ascoltavo recentemente il professor Luciano Floridi, filosofo dal taglio concreto e appassionante, esperto di sociologia, comunicazione, informazione e informatica, che spiegava come lo sviluppo rapidissimo dell’intelligenza artificiale, e in particolare degli “agenti AI”, sia reso possibile non solo dagli studi degli esperti o dai capitali investiti, ma soprattutto dall’ecosistema digitale già esistente, al quale si appoggia ognuno di questi nuovi strumenti.
Non viviamo più in un mondo dove servirebbe un robot umanoide per sbrigare le nostre pratiche quotidiane, come nei film di fantascienza di un secolo fa (vi ricordate gli androidi di Metropolis, capolavoro di Fritz Lang del 1927?). Oggi un agente AI può comporre e inviare messaggi, organizzare spedizioni o gestire investimenti senza muovere un passo: non va, spostandosi fisicamente, all’ufficio postale o in banca a fare la coda al posto nostro con il plico dei documenti in mano per dare disposizioni agli impiegati, ma sfrutta le reti digitali, le informazioni disponibili online e la potenza dei sistemi informatici. Se quell’ecosistema non fosse già stato costruito, tutto sarebbe infinitamente più lento, complicato e costoso, anche con il supporto degli automi.
La lezione comune
Che si tratti di un allevamento di Angus o di sistemi di intelligenza artificiale, la lezione è la stessa: il successo nasce da una visione allargata, sistemica.
Ogni attività complessa richiede di considerare connessioni, cause ed effetti, interdipendenze e conseguenze. Che si parli di motivare le persone in un’organizzazione o di integrare nuove tecnologie nei processi, guardare all’insieme e non solo alla singola parte fa la differenza.
Perché, come sosteniamo con convinzione quando aiutiamo imprenditori e manager a ridisegnare le loro organizzazioni, per renderle leve efficaci verso crescita e solidità, non è mai soltanto il prodotto o la tecnologia specifica, ma anche il sistema che lo sostiene, a determinare la qualità del risultato.
Gabriele Ghinelli