Nuove competizioni, FDA, organizzazione ed esami che non finiscono mai

Negli ultimi mesi, stiamo assistendo a vere e proprie schermaglie commerciali tra blocchi economici. Una partita globale a colpi di restrizioni, contromisure fiscali e nuove regole che rendono il contesto sempre più incerto, anche a causa delle infinite e imprevedibili varianti che tali scontri possono assumere.

L’abbiamo visto quando, con una mossa a sorpresa, la Cina ha limitato l’export di materie prime critiche per certi cicli produttivi, o quando l’Europa ha rinforzato le minacce di ritorsioni fiscali verso i big del digitale.

La mossa a sorpresa dell’FDA

In maniera inaspettata, per esempio, all’inizio di questa settimana, la Food and Drug Administration (FDA) ha aperto un nuovo fronte, anche se, ovviamente, nessuna correlazione fra gli argomenti è stata dichiarata ufficialmente: d’ora in poi, le ispezioni nelle fabbriche estere che producono per il mercato americano verranno condotte a sorpresa.

Un cambio radicale: finora, queste visite erano quasi sempre preannunciate e programmate. Ora non più. Un approccio che metterà sotto pressione molti sistemi di qualità e organizzazione aziendale.

Oltre la regola, c’è l’organizzazione

Non si tratta, infatti, solo di rispettare le norme. Chi ha esperienza nel settore farmaceutico (ci ho lavorato per molti anni) o in quelli affini, sa bene quanto lavoro ci sia dietro la preparazione di un’ispezione, vista l’enorme parte documentale e operativa che si muove in quell’ambito: dopotutto è un esame, e anche se la preparazione e le competenze ci sono tutte e le attività sono sempre portate avanti seguendo le normative, mantenere la capacità operativa industriale nel corso di un esame non pianificato può essere complesso.

Come prepararsi? Serve equilibrio

Le aziende dovranno trovare un nuovo equilibrio: oltre a essere, come già accade, abbastanza strutturate da garantire compliance costante, dovranno essere abbastanza agili da non incepparsi davanti all’imprevisto.

In pratica, un’altra prova della capacità organizzativa in contesti in continua evoluzione.

Due leve fondamentali (che sembrano ovvie, ma non lo sono)

Tutto parte da qui:

Cultura aziendale: i cambiamenti si affrontano meglio con l’allenamento alla flessibilità e in presenza di un’attitudine all’innovazione, caratteristiche che devono quindi essere praticate ogni giorno, a ogni livello. Non solo raccontate nei valori aziendali.

Conoscenza aggiornata dei processi in atto: modificare rapidamente un sistema, in risposta alle nuove situazioni, senza conoscere bene da dove si parte, può fare più danni che benefici. Non confondiamoli con le procedure, più rigide e resistenti al cambiamento, i processi non monitorati nel tempo cambiano quasi autonomamente, e non è raro perderne il filo.

Un lavoro continuo

Questi due fattori non sono “stati dell’essere”, ma processi in movimento continuo, da nutrire e manutenere. Sempre.

Non sono mai traguardi, ma tappe intermedie in un viaggio lungo, complesso e – perché no – anche stimolante.

E voi, come vi state preparando a questo nuovo scenario? Mi piacerebbe leggere la vostra opinione nei commenti!

INCONTRIAMOCI! 🙂

Gabriele Ghinelli