Fotografia, droni, schemi decisionali e Bertrand Russell

La passione per la fotografia mi accompagna dai tempi del liceo. Dalla camera oscura al digitale ho seguito l’evoluzione di attrezzature e software, fino a curiosare recentemente nel mondo dell’AI per esplorare nuove possibilità creative. Ultimamente, mi sono tolto lo sfizio di aprire anche il capitolo droni: nuovi punti di vista, prospettive e opportunità di produzione di immagini, oltre alla stimolante sensazione di tornare a essere un principiante con tante nuove cose da imparare.

Il mio drone è piccolo, sotto la soglia che rende obbligatorio il “patentino”, ma (come dice Fabrizio De André) “la passione spesso conduce a soddisfare le proprie voglie”, per cui, alla fine, vista anche la maggiore disponibilità di tempo libero in estate, ho deciso di studiare e ho preso comunque la licenza: trovo che conoscere meglio non solo lo strumento, ma anche le condizioni corrette d’uso, sia opportuno (e, per uno curioso come me, anche divertente).

Così, studiando per l’esame, ho scoperto un aspetto dell’aviazione che mi ha colpito: lo schema OODA, usato dai piloti per decidere in fretta in contesti complessi. Ed è sorprendente quanto sia utile anche fuori dal cielo.

OODA in 30 secondi

Ideato negli anni ‘50 dal colonnello USAF John Boyd, pilota da caccia e stratega, che lo ideò per analizzare e migliorare le prestazioni dei piloti in combattimento aereo, è un ciclo continuo di:

Observe – Osserva: raccogli segnali dall’ambiente;

Orient – Orientati: interpreta alla luce di esperienza, obiettivi, contesto;

Decide – Decidi: scegli il piano “abbastanza buono, subito”;

Act – Agisci: esegui, osserva l’effetto e reitera.

Nel volo, questo significa, per esempio, leggere meteo, spazi aerei, imprevisti e, per i militari, comportamenti degli avversari e altri fattori. Fatte le debite proporzioni, con il drone vale lo stesso (qualche esempio: evitare di volare in presenza di vento forte, prevedendone anche l’intensità a quote alte, o atterrare rapidamente qualora ci siano in zona altri mezzi in volo con persone a bordo, magari per emergenze e incendi, per non intralciarli, e così via). Nel lavoro in azienda non è diverso: mercati, clienti, concorrenza cambiano continuamente e vanno osservati e capiti per prendere rapidamente le decisioni migliori.

Dal cielo all’ufficio: il mapping OODA per il business

Observe → raccogli dati di mercato, feedback clienti, trend, mosse dei competitor.

Orient → filtra con cultura e capacità interne: per esempio, in cosa siamo davvero forti?

Decide → elabora un piano rapido (Minumum Viable Product, A/B test, aggiustamenti di pricing, o altro).

Act → implementa, misura, impara… e riparti dal primo punto con aggiustamenti continui.

Come alcuni avranno notato, è la logica alla base di moderne pratiche come Design Thinking e Agile, che prevedono simili principi fondamentali: cicli brevi, prototipi, feedback continuo, ripetizione.

Viva il tempo libero e gli hobby!

Bertrand Russell lo aveva già sottolineato novant’anni fa, evidenziando le conseguenze positive del tempo libero (Elogio dell’ozio, 1935). In effetti, attraverso gli hobby possiamo scoprire tante cose interessanti, a dimostrazione del fatto che dove c’è passione c’è anche voglia di approfondire, e che il gioco è spesso il modo migliore per imparare. L’importante è restare curiosi, trasformando magari la curiosità in piccoli esperimenti con feedback rapidi, e aperti a individuare correlazioni con altri ambiti.

Le vacanze volgono al termine, ma anche negli altri periodi, un sia pur piccolo spazio di tempo per “il nuovo” (fare o pensare) sarebbe bello lasciarlo aperto!

E tu? Cosa hai imparato di utile partendo da una passione o da un gioco?

INCONTRIAMOCI! 🙂

Gabriele Ghinelli